Scegliere le banche dati

La scelta dei dati che si prevede di rendere aperti è il primo passo da compiere - anche se è bene ricordare che l’intero processo di apertura dei dati è iterativo e pertanto rimane possibile tornare indietro qualora si presentino problemi.

Se si ha già esattamente un’idea di quali dati si prevede di aprire si può passare direttamente alla sezione successiva. In molti casi, tuttavia, soprattutto nel caso delle grandi istituzioni, stabilire con quale insieme di dati cominciare è sempre una sfida. Come si dovrebbe procedere in questo caso?

Creare una lista potrebbe aiutare a velocizzare il processo di identificazione dei dati con cui cominciare il processo di apertura. In un momento successivo sarà possibile poi verificare nel dettaglio se tutte le banche dati sono adatte allo scopo.

Non vi è alcun obbligo di creare un elenco completo dei dataset. Il punto principale da considerare è se sia possibile pubblicare questi dati o meno (qualsiasi sia l’approccio scelto, aperto o meno) - si veda la sezione.

Consultare la comunità

E’ consigliabile in primo luogo consultare la comunità. I soggetti che accederanno ed utilizzeranno i dati sono infatti nella migliore posizione per identificare quali dati siano di particolare valore.

  1. Si può preparare un breve elenco di dataset potenziali su cui si desidera avere un feedback. Non è indispensabile che questa lista coincida con le vostre aspettative, l’intento principale è quello di avere una prima idea delle esigenze. L’elenco potrebbe ad esempio ispirarsi a cataloghi di open data di altri paesi.
  2. Creare una richiesta per ottenere commenti.
  3. Pubblicizzare la richiesta di commenti in una pagina web e assicurarsi che sia possibile accedere alla richiesta attraverso l’URL indicato. In questo modo, in caso di condivisione attraverso social media, la richiesta risulterà facilmente reperibile.
  4. Le risposte devono poter essere inviate attraverso una procedura semplice. É da evitare la richiesta di commenti previa registrazione perché ciò riduce il numero di risposte.
  5. Utilizzare mailing list, forum e soggetti rilevanti per far condividere la richiesta attraverso un link diretto alla pagina web.
  6. Si può organizzare uno speciale evento di consultazione. É importante riuscire a trovare un orario conveniente per chi lavora in ufficio, nell’area commerciale e per gli sviluppatori.
  7. Chiedi a un politico di parlare per conto della tua agenzia. Gli open data sono spesso parte di più ampie politiche dirette ad aumentare l’accesso all’informazione governativa.

Costi base

Quanti soldi spendono le agenzie per la raccolta e manutenzione dei dati in loro possesso? Se passano molto tempo su un particolare insieme di dati, allora è molto probabile che altri utenti vorrebbero accedervi.

Questo discorso potrebbe certo suscitare timori di freeriding. La domanda cui bisogna rispondere è: “Perché consentire ad altri di ottenere nere gratuita ente informa tanto costose?”. La risposta è che questo costo viene già sopportato dal settore pubblico, nello svolgimento di una funzione particolare. E il costo di trasmettere i dati a terzi, dopo averli raccolti, è all’incirca nullo. Perciò, non si dovrebbe esigere nulla.

Facilità di rilascio

A volte, piuttosto che decidere quali dati sarebbero di maggior valore, potrebbe essere utile controllare quali dati siano più semplici da presentare al pubblico. Semplici rilasci di dati in piccole quantità possono più facilmente cambiare i comportamenti all’interno delle organizzazioni.

É comunque necessario usare cautela nell’applicare questo approccio. Questi piccoli e veloci rilasci di dati potrebbero essere di così scarso interesse che non permettano di costruire nulla di utile. Se succede, il destino dell’intero progetto potrebbe essere segnato.

Osserva i tuoi pari.

Open data è un movimento in crescita. Probabilmente nella vostra zona molte persone sanno cosa si sta facendo in altri settori. Fate una lista sulla base di ciò che stanno facendo questi gruppi.